In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Lc 10,1-9
Solo l’amore può comandare.
Di andare in due.
Lì dove non ne basterebbero mille.
Di andare come agnello.
Lì dove sono solo lupi.
Di andare andare andare.
Senza scorte, senza cose.
Di abitare e stare.
Ma in case non mie. Eterna ospite.
Solo l’amore può comandare.
Una vita così.
Giornate così.
Perché l’amore non mi lascia mai.
Mi difende sempre.
Mi sfama.
Mi copre.
Mi è casa.
Perché l’amore sei tu.
Lo sai che posso lavorare senza fine, per mille.
Lo sai che posso stare in mezzo ai lupi.
Lo sai che posso mangiare poco, avere poco, anche senza borsa.
Lo sai che posso non avere una casa mia.
Ma sai che non posso stare sola.
Sai che ho bisogno dell’amore sempre al mio fianco.
A camminare con me.
A lavorare con me.
A mangiare e riposare con me.
Lo sai.
E mi hai dato lui.
E ora io sono due.
Sempre.
Ovunque.
In pace.
Lui.
Prima di dire.
Non ce la faccio.
Pregare.
Prima di entrare.
Dare la pace.
Prima di mangiare e bere.
Lavorare insieme.
Prima di guarire e annunciare.
Entrare e essere accolti.
Insegnami amore mio, questo “prima”.
Ripetimi.
Ripetimi che viene sempre prima l’amore.
L’amore delle parole che dicono te.
L’amore delle mani che fanno.
L’amore che è casa, casa aperta.
Prima c’è l’amore, sempre.
E poi inizia la vita.
La pace non si perde mai.
Se esce dal mio cuore è per entrare nel tuo.
È per scendere su di te.
È per riempire la tua casa.
È per guarire le tue malattie.
La pace non si perde mai.
Se non l’accogli.
Se non mi accogli tornerà su di me.
Dentro me.
La pace non si perde mai.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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