In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». Luca 10,1-9.
Ci mandi avanti.
Due a due.
Perché da soli non si va da nessuna parte.
Ci mandi avanti.
E tu ci segui, arrivi dopo.
Perché senza di te è inutile ogni viaggio.
Ci mandi avanti.
A pregare prima che a fare.
Perché senza preghiere è inutile tutto.
Ci mandi avanti come agnelli.
Senza borsa, sacca, sandali.
Ma pieni di pace.
Perché senza la pace dentro di sé.
È inutile avere le borse piene.
Ci mandi avanti.
Nelle case.
A lavorare.
A vivere.
Perché senza condivisione.
Non c’è annuncio.
Ci mandi avanti.
A guarire.
Ad annunciare.
Perché il bene si fa con i fatti e non con le parole.
Ci mandi avanti.
E poi vieni tu.
Perché non siamo mai soli.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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